PEDALMA, 700 KM. MADRID - BARCELONA
MADRID - BARCELONA
Questa è stata la prima volta che ho fatto una prova di questo stile, con bici da strada e accompagnato da un'altra persona, una bella esperienza. |
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Le previsioni promettevano vento, molto vento, e anche se era qualcosa di cui eravamo a conoscenza, nessuno si aspettava che il tempo potesse cambiare così tanto. Fulmini in lontananza, una leggera pioggia iniziale e, di colpo, tempesta. ![]() Verso le 3 del mattino la pioggia cede, raccogliamo i sacchi a pelo, ci rimettiamo i vestiti bagnati e torniamo a montare in sella. Ho sonno, ho i piedi ghiacciati e la salita mi fa malissimo. Il giorno comincia a schiarirsi, si vede il sole tra le nuvole e arriviamo alla Valle di Mesa. Le pareti si alzano intorno a noi, il sole comincia a ridarci un po' di temperatura e arriviamo al CP2 a Nuévalos per la colazione di prima mattina. Caffè, pane con burro e marmellata e un paio di tortillas da portar via. |
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ARRIVA IL VENTO E UN CALDO ASFISSIANTE Recuperiamo l'energia persa durante la notte e cominciamo a pedalare verso Belchite, dove si trova il CP3. Il vento continua a soffiare forte e la temperatura comincia a salire. Dopo 365 km siamo arrivati a Belchite per mangiare, idratarci e prepararci a quella che sarà una delle parti più difficili del percorso. ![]() Usciamo di notte per evitare il caldo nella zona di Lleida, vediamo come il paesaggio comincia a cambiare, cominciamo a riconoscere strade che ci sono familiari, presto vedremo il Montserrat di fondo e sapremo che siamo sempre più vicini. Gli alberi si alzano in un bellissimo porto che sale fino al CP5 a Santa Coloma de Queralt. |
GLI ULTIMI 115 KM Siamo a 585 km, tocca mangiarci un altro gelato, metterci la crema solare e andare fino a Gelida. Conosciamo la strada fin qui, ci vengono a trovare degli amici della zona, ci incoraggiano, stiamo andando molto bene, ma il caldo comincia a diventare insopportabile. Arriviamo a Gelida, ci rifocilliamo e, anche se saremmo potuti andare a casa, abbiamo ancora bisogno di arrivare a Barcellona. |
LA TRANCHE FINALE Il tratto da Martorell a Barcellona è stato di gran lunga il più duro. La tranquillità delle strade precedenti è sostituita dal traffico e dai semafori. È l’ora di punta di mezzogiorno, ci sono quasi 40º e vento in faccia. Voglio solo tornare a Barcellona per tornare a Gelida e mangiare, fare la doccia con acqua fredda e dormire. Passo davanti a uno dei luoghi dove lavoro; "domani tocca lavorare" penso. Non resta nulla e tanto meno per arrivare a Plaza España. Guardiamo le torri mentre aspettiamo al semaforo per attraversare. |
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